Storia

Nasce U.S. Arnaboldi

Il 17 Ottobre 1978, con un partigiano con la pipa come Presidente della Repubblica e mentre la Fiat lancia la Ritmo come sostituta della 128, Ettore, Giuliano, Giampiero, Antonio, Attilio, Annibale e Tranquillo:

…riunitisi in assemblea hanno deciso di costituire una società sportiva senza alcun proposito di lucro, o altro fine se non quello sportivo, educativo e ricreativo per tutti i giovani interessati, con precedenza a quelli residenti nei comuni di ALBAREDO ARNABOLDI e CAMPOSPINOSO.

Di comune accordo viene inoltre stabilito di assegnare alla società il nome di Unione Sportiva ARNABOLDI con colori sociali ‘giallo-blù’…”.

Il verbale costitutivo si conclude con:

“…Si decide inoltre di rispettare fedelmente lo statuto assieme compilato e viene rinnovato l’impegno ad adoperarsi per dare una educazione sportiva e morale a tutti i tesserati…”.

Per sottolineare nuovamente il concetto di base iniziale, l’articolo 1 dello statuto ribadisce:

“Fermezza e risoluzione nel dichiarare che non ci prefiggiamo alcun scopo di lucro, ma solamente fini educativi e ricreativi nell’ambito dello sport”.

La sede degli impianti

Il 15 Giugno 1982 tutta l’Italia è delusa da una Nazionale di calcio che nessuno immagina Campione del Mondo ad un mese di distanza.

Il Consiglio di U.S. Arnaboldi si riunisce e sceglie:

“…come impianto sportivo, sede e spogliatoio, terreni e locali annessi alla Parrocchia di Albaredo Arnaboldi…”.

Contestualmente viene introdotto il Comma 1b che recita:

“… la società rileva l’importanza di estendere la partecipazione sportivo-ricreativa ad una più vasta area di età e a confini territoriali meno ristretti…”.

È il primo passo verso l’idea di rendere la società un punto di riferimento per i giovani di un territorio fatto di tante piccole realtà che solo aggregandosi possono puntare ad obiettivi ambiziosi.

I primi 10 anni

1988, la Fiat pensiona la Ritmo e lancia la Tipo. Dopo 10 anni di attività è il momento dei bilanci che sono decisamente soddisfacenti:

“…ormai come accade da parecchi anni anche questa volta abbiamo superato in termini quantitativi quei numeri assoluti che esprimono il nostro impegno. I 230 Soci Onorari, gli oltre 130 Soci Atleti dai 6 ai 40 anni, i 20 Dirigenti a cui si aggiungono i 10 collaboratori esterni esprimono la forza raggiunta…”.

Anche dal punto di vista sportivo e comportamentale, la soddisfazione è tanta:

“…Per la prima volta nella nostra storia siamo arrivati ad avere 5 squadre di calcio…e due squadre di Pallavolo femminile…”.

“…Da segnalare, fatto molto importante per una Società come la nostra, la totale irrilevanza dei provvedimenti disciplinari a nostro carico (solo 7 ammonizioni in 84 gare)…”.

Il Campo Polivalente Coperto

Negli anni segnati dall’elezione di Mandela, dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna e dal secondo successo consecutivo dell’Italia agli Europei di pallavolo, U.S. Arnaboldi pone una pietra miliare nella sua storia.

La “Premessa” presente nello statuto del 1993:

“…La Società Sportiva ha scelto come sede, spogliatoi e impianti sportivi, terreni e locali di proprietà della Parrocchia di Santa Maria Maddalena in Campospinoso con la quale ha instaurato un reciproco rapporto di collaborazione, mantenendo – però – indipendenza decisionale e di gestione…”.

È il preludio all’avvio del progetto di costruzione della “nostra palestra” nel 1995:

“…è intenzione della Parrocchia di Santa Maria Maddalena con sede in Campospinoso via Roma, 16 realizzare un campo polivalente coperto per la pratica del tennis, della pallavolo, della pallacanestro, del calcetto e dell’attività ludico-motoria…”.

La struttura sarà poi costruita, ma sul terreno della Fondazione Porta Spinola, dando così vita al CPC che per tanti anni ha ospitato l’attività sportiva e tante feste

Da Unione Sportiva ad Associazione Sportiva Dilettantistica

Il 21 Gennaio 2017 alle ore 21:00, con Donald Trump appena insediato a Presidente degli Stati Uniti, l’Assemblea Straordinaria dell’Unione Sportiva Arnaboldi approva la liquidazione della società e riconosce A.S.D. Arnaboldi, nata ufficialmente nel 2015, come legittimo successore nel proseguimento del cammino intrapreso il 17 Ottobre 1978 da Ettore, Giuliano, Giampiero, Antonio, Attilio, Annibale e Tranquillo.

45 anni

I nostri primi 45 anni sono costellati da tantissimi eventi che non compaiono nei verbali ufficiali. Non si tratta solo di attività legate allo sport ma di momenti di convivialità estesa e spesso condivisa con le amministrazioni locali.

Viaggi organizzati, stage con i ragazzi in centri con istruttori di alto livello, feste di paese, tornei sportivi con componente eno-gastronomica rilevante almeno quanto l’evento sportivo che l’ha giustificata.

Per quest’ultimo punto, nella storia di U.S. prima e A.S.D. dopo, non va dimenticato il preziosissimo contributo dato dagli amici dell’ARCA, maestri nella preparazione del “raviolo” ma che non temono rivali neanche nel taglio del salame e nella cottura della salamella.

45 anni per una Società Sportiva dilettantistica senza scopo di lucro, sono molti; nello stesso tempo in Italia si sono succeduti più di 30 governi e 6 presidenti della Repubblica.
In questi 45 anni noi siamo riusciti a portare la squadra di pallavolo di un comune di circa mille persone sino in Serie C (campionato regionale) dopo un percorso netto di appena 4 anni.
E siamo anche riusciti a iscrivere una squadra di ragazzi nell’attività agonistica della FIGC, cosa non banale se si pensa alla presenza di tante realtà sportive geograficamente vicine, magari con collaborazioni prestigiose e finanziamenti diversi dai nostri.

Il merito è di tutte le persone che si sono impegnate direttamente con dedizione ed entusiasmo investendo il proprio tempo libero nei giovani perché il loro benessere dovrebbe essere il fine principale di questo tipo di associazioni e lo è senz’altro per la nostra.

Un grosso ringraziamento va anche agli sponsor che in questi anni ci hanno supportato; a tutte le piccole aziende ed agli imprenditori che, all’interno di un tessuto economico prevalentemente agricolo, hanno “dato” consapevoli che, spesso, l’unico ritorno sarebbe stata la soddisfazione di aver contribuito ad un progetto sano, indipendente e con finalità assolutamente condivisibili.